Titolo: Guglielmo Canevascini in montagna
Autore: Non identificato
Data: 1935 circa
Luogo: Non identificato
Fondo di provenienza: Guglielmo Canevascini
Segnatura: 03624
Riproduzione: Vietata, salvo autorizzazione della FPC

Il 20 luglio del 1965 moriva Guglielmo Canevascini, tra i più conosciuti personaggi pubblici ticinesi del Novecento. “Sincero fino allo scrupolo, dico in pubblico quello che io come tutti potrei dire in privato. Perciò mi si dice che non diventerò mai un uomo politico. E la cosa non mi dispiace.” [1] Così scriveva nel 1913 il giovane Guglielmo, che quell’anno aveva fondato il giornale Libera Stampa per distanziarsi dall’impostazione del Partito socialista ticinese, al quale aveva aderito nel 1904. La creazione del giornale portò a una spaccatura tra i socialisti, durata alcuni anni. Nel 1917, gli animi si calmarono, il partito si riunificò e Canevascini, che già aveva ampiamente smentito la dichiarazione polemica fatta del 1913, ne divenne per lungo tempo il capo, meritandosi l’appellativo di “Padreterno”. Già presente in Gran Consiglio, nel 1922, grazie all’alleanza con il conservatore Giuseppe Cattori, divenne il primo e più longevo socialista in Consiglio di Stato. Canevascini, infatti, rimase nell’esecutivo cantonale dal 1922 al 1959. Decise poi, caso assai singolare, di terminare la sua carriera politica quale deputato al Gran Consiglio (1959-1963).

Guglielmo Canevascini aveva intrapreso la sua carriera nell’ambito sindacale. Autodidatta, come molti conterranei – era nato nel 1886 a Tenero-Contra – era partito per una breve emigrazione nelle regioni francofone. Rientrato in Ticino, era diventato segretario della giovane Camera del lavoro (1907-1922). I quindici anni passati alla CdL furono importanti per definire in seguito le sue pratiche politiche. Influenti furono anche gli stretti legami con i rifugiati italiani nel Ticino, prima, e con il socialismo italiano poi, che lo portarono a sviluppare una particolare e precoce sensibilità antifascista. Come membro dell’esecutivo cantonale usò difatti tutto il suo potere, con mezzi legali e illegali, per contrastare il fascismo e aiutare fuorusciti e rifugiati già dagli anni Venti.

Durante il Governo di Paese, alleanza tra socialisti e conservatori che durò dal 1923 al 1935, fu capo del Dipartimento d’igiene e del Dipartimento delle pubbliche costruzioni, nel momento in cui si stavano sviluppando grandi lavori stradali del Cantone. In questo periodo denso di tensioni politiche internazionali, fu tra i tenaci propugnatori della Radio svizzera di lingua italiana, allora Radio Monte Ceneri (1932), che aveva inaugurato esordendo con “da quest’angolo di terra italiano e libero” in aperta polemica con il fascismo.

Dal 1935, con l’Alleanza borghese perse molto potere, pur rimanendo una figura di riferimento durante la guerra, proprio per il suo impegno contro il fascismo. Recuperò però nel dopoguerra, grazie all’Intesa di sinistra, alleanza liberal-socialista di cui fu uno dei fautori, assumendo la direzione del Dipartimento del lavoro, dell’industria e del commercio, carica che gli permise di occuparsi della creazione di diverse leggi sociali, fra cui va almeno ricordata la legge cantonale sul lavoro (1953). In seguito, a capo del nuovo Dipartimento delle opere sociali, s’impegnò nell’elaborazione delle politiche di welfare.

Uomo di potere, autorevole e talvolta autoritario, Guglielmo Canevascini è stato senz’altro tra gli uomini politici ticinesi più influenti del Novecento. Di lui, la Fondazione Pellegrini Canevascini possiede l’importante fondo personale, composto di materiali cartacei, fotografici e sonori.

Bibliografia

[1] Guglielmo Canevascini, La crisi socialista nel Canton Ticino, 1913, p. 79.